Torna a parlare la vittima dello stupro di gruppo, del caso Portanova, calciatore coinvolto nei fatti. La ragazza ha scritto una lettera.
Solamente pochi giorni fa, una rete del calciatore, ora alla Reggiana, Manolo Portanova ha riacceso i riflettori sul caso di stupro di gruppo nel quale è coinvolto e per cui ha ricevuto una condanna in primo grado a sei anni, con rito abbreviato. Era stato un radiocronista Rai a parlare di un “gol che mette a tacere le polemiche”. Una leggerezza che, però, non è passata inosservata alla vittima di violenza che, in una lettera a La Nazione, è tornata a dire la sua.
Caso Portanova, lettera a cuore aperto della vittima
Il commento del radiocronista successivo al gol di Portanova non è affatto piaciuto alla ragazza, vittima dello stupro di gruppo nel quale è coinvolto il calciatore. “Mi chiedo se il radiocronista abbia una moglie o delle figlie. In tal caso mi domando: ‘se fossero state al mio posto queste parole dovute alla gloria di fronte ad un gol gli sarebbero scappate ugualmente? E loro lo avrebbero ipoteticamente scusato nel sentirgliele pronunciare?'”, il pensiero della donna.
“Non si tratta di sentirsi offesa. Si tratta di realizzare ancora una volta quanto manchi il rispetto per le vittime di violenza sessuale e, in questo caso, il rispetto per tutte le donne. Si tratta di sentirsi amareggiata ed arrabbiata comprendendo che siamo ben lontani dal cambiamento”.
La ragazza ha parlato anche di “maschilismo patriarcale” e di come, evidentemente, la violenza sulle donne sia “un fenomeno ancora preso molto, anzi moltissimo alla leggera, nel nostro Paese”.
Senza speranza
La lettera della vittima di stupro del caso Portanova ha poi concluso con grande amarezza: “Se un gol riabilita da uno stupro e si festeggia non abbiamo speranza”. In discussione anche la posizione dei giocatori di calcio visti come “figura eroica”.
La donna ha poi ringraziato “chi mi è vicino, la (fortunatamente) maggior parte delle persone che ha reagito a tale episodio (la frase durante la radiocronaca, ndr). Ringrazio la mia famiglia che colma di dolore non si è trattenuta di fronte all’ennesima pugnalata e infine ringrazio tutte le donne. Loro sanno perché”.